giovedì 26 novembre 2009

Via D'Amelio

Commuovermi e piangere, è qualcosa che mi appartiene da sempre.
A volte lo vivo con imbarazzo, pensandolo quasi come un limite che mai riuscirò a correggere.
Questo mondo che ci siamo costruiti intorno poi, con le tragedie annunciate o meno che ci seguono sin dentro casa, non ci lascia scampo: Partecipare a fatti sconvolgenti per dimensioni e criticità, è oramai cosa consueta (purtroppo).
....Il programma del pomeriggio era (!) dei più tranquilli, quasi banale, un pò di lettura e la solita TV dal mio divano, uno zapping dal digitale terrestre, mi porta invece Giovanni Minoli, buon giornalista dalle inchieste accurate e interessanti.
Oggi: 57 giorni a Palermo; quelli che trascorsero dall'assassinio di Giovanni Falcone, a quello di Paolo Borsellino e degli uomini delle rispettive scorte.
Ho rivissuto con un senso di angoscia quei giorni tremendi, le storie degli uomini uccisi e delle loro famiglie, che continuano a vivere un dolore che non potrà mai aver fine.
Commozione e rabbia si sono alternate e confuse in tanti momenti: No, mi dicevo, quella non può essere Palermo, forse è Beirut oppure Bagdad o Islamabad....era Palermo.
Quello che poi in parte ha dato un senso al dramma, sono state le scene dei Palermitani ai
funerali, quando la rabbia è letteralmente esplosa, polizia e carabinieri a fatica hanno potuto fermare la folla, che voleva a tutti i costi raggiungere i politici presenti per fare giustizia, ritenendoli inefficaci, distratti e forse complici della morte di gente coraggiosa.
Mi ha impressionato la scena all'interno della cattedrale, quando il presidente della repubblica, Scalfaro, e dovuto fuggire: Poliziotti e Carabinieri di Palermo cercavano di aggredirlo, così che per molti momenti si fronteggiavano con altri agenti, di scorta al Presidente.
E il pianto poi, di una città intera, mortificata da una classe politica inetta e vigliacca, connivente con quella peste che è la mafia.
Ce la farà mai la Sicilia a liberarsi da banditi e gente marcia nell'anima?
Da Meridionale sono sconfortato, è triste, ma son costretto a sperare che i Leghisti stìano ancora molto al governo, e che infine realizzino il loro progetto: Nord e Sud divisi davvero.
Chissà che non sia questa, la possibilità di riscatto.





2 commenti:

  1. bè le lacrime non sono una vergogna,anzi!!!
    A parte tutto non credo che un sud diviso dal nord possa giovare molto al meridione...

    RispondiElimina
  2. Esplosi, uccisi, ridotti al silenzio, sacrificati, tolti di mezzo una volta per tutte...non sapremo mai tutta la verità su questa storia che probabilmente affonda le radici molto più in profondità di quel che appare, coinvolge, organismi, persone, istituzioni, che neanche immaginiamo (o sì?)...è talmente brutta questa storia che quasi non sembra vera. Le lacrime, lo sbigottimento, la rabbia di quei giorni sono vivi nella mia mente ed anche paradossalmente l'esplodere della voglia di giustizia che, ricordo, sentii forte e viva come non mai in quella moltitudine di persone che accompagnava le bare e piangeva, e gridava...
    Non ce lo dovremo dimenticare mai!

    RispondiElimina