lunedì 30 marzo 2009

Passi leggeri

Immagini mascherate da vecchie foto ingiallite, nelle cornici tinte di marrone, scolorite e dimenticate come le mani che un giorno ancora verdi e forti, le piallarono da un legno ruvido di quercia, mi fanno compagnia nella casa ora buia, sola, che piange umidità da mura vecchie e gobbe.
La luce pallida dell'unica lmpada che pende dal soffitto, a stento mostra, quasi partecipi al dolore di una solitudine che uccide anche i ricordi, le sedie in noce che la mamma tanto amava, e i molti ninnoli accumulati chiusi nella vetrina della credenza, che la polvere ricopre, la sola a vincere con questa lotta col tempo, e col ripetersi infinito di uomini e donne, che passano veloci e che lasciano solo un leggero passo, a dire di cose che presto nessuno al mondo avrà più negli occhi.
Non ho cuore a rimanere ad ascoltare questo silenzio, voci e passi presenti solo nel fondo della mia anima mi spingono fuori, l'aria calda di questa primavera che pare finalmente arrivata, attutisce il dolore per la porta che chiudo alle mie spalle.

mercoledì 25 marzo 2009

Lo Stivale spezzato

A "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, 25 marzo 2009:

Roberto Saviano.

Non ho mai letto , ne visto prima di questa sera Roberto Saviano... e mi sento in colpa.
La persona che mi parla dallo schermo di Raitre, cattura subito la mia attenzione, c'è qualcosa in quegli occhi che racconta di morti ammazzati e del Meridione, che li fa diversi e li rende veri perchè capisci che quello che trasmettono è partecipato, sofferto, spogliato di enfasi e di spettacolo.
Saviano parla quasi con difficoltà, pare stenti a trovare le parole, eppure ogni sillaba procura una emozione forte, facendomi sentire parte di quelle storie che sgrana senza pause e che seppur diverse nei nomi, hanno un unica matrice che le fa uguali: La violenza.

Meridione... questo pezzo di Italia che pare collocato in un altra dimensione di tempo e di spazio,
ancorato in un tempo che non dovrebbe più appartenergli, e che invece lo risucchia nel mondo creduto finito: Quello dei "don", e dei "guappi", dei signorotti e dei capibastone; come in una camicia di forza è stretto tra "caporali e capipopolo" e che lo serrano come in una morsa umana, impedendogli di alzare la testa, e capire che la storia è andata oltre e non fin dove arriva lo sguardo.

Meridione... inquieto e immaturo, terra bella, ricca...depredata della cosa più preziosa avuta in dono dall'uomo: La Speranza.

Come Saviano, anch'io sono teso e arrabbiato con tanti... anche con me, ma soprattutto con coloro che ci avevano illuso che qualcosa poteva cambiare, se solo gli fosse stata data fiducia.

E invece anche da loro siamo stati traditi.
Siamo tutti confusi perchè non c'è più differenza tra un potere ed un altro, destra e sinistra, predoni di terra e di uomini, di idee e di libertà, uniti e simili, pedagoghi alla rovescia come in un mondo all'incontrario dove il merito è lasciare l'alunno ignorante e sotto schiaffo, nascondendogli che un nuovo giorno è possibile, perchè se fa alba a Torino o a Milano, a Udine o Belluno: Dovrà far alba anche a Napoli , a Bari, a Catanzaro o Palermo!

Abbiamo compreso oramai, che nulla potrà cambiare sino a quando affideremo il nostro futuro ai D'Alema, sempre fuori da ogni mischia che conti davvero, bello a sentirsi, elegante nel linguaggio e nei modi...ma eternamente attaccato al comando e ai compromessi: Basta!
Basta anche ai Rutelli ancora alla ricerca di un suo futuro politico, basta ai vecchi occupanti di poltrone in ogni sede...nazionale, regionale, provinciale, comunale, circoscrizionale, di oratorio, basta!! ..... E meno male che Veltroni si è cacciato da solo!

Siamo orfani, figli di nessuno, buoni a emigrare e ad essere etichettati pezzenti, elemosinieri e sfaticati, mafiosi, camorristi, ladri a prescindere e buoni a nulla, neri, retrogradi e monnezzari.

Siamo senza eroi da celebrare, se non i tanti trucidati a tritolo e bombe vigliacche, non abbiamo più santi da invocare, nè parlamentari cui guardare perchè questi, hanno le pance piene come le agende di parenti, e amici degli amici a tavola.
E questo fa male, perchè ti fa sentire solo, sai che l'Italia è la tua Terra eppure qualcosa ti fa sentire come un ospite sgradito e malsopportato, c'è un nuovo mondo definito Villaggio Globale, e noi abitiamo ancora il Villaggio Tribale...

In tanti, ci fanno sentire Italiani di serie B, inferiori per meriti e diritti...anche i tanti amici che abitano "L'altra Italia", quella che produce, che si rimbocca le maniche, quella del miracolo del nord est, quella che non ruba.... strano, ma a volte ce ne convinciamo anche noi.

Ogni tanto quel tarlo che ci scava il cervello facendoci complici, di un sistema malato, si ferma.

Ma quel tarlo non muore da solo.
C'è sempre un Uomo che inizia la lotta, che vinca o che perda non serve saperlo, l'importante è dire al mondo che il Meridione ancora vive, e possiede un anima e un cuore, e che ci sono Uomini normali, a ricordarlo, per questo voglio dire il mio GRAZIE, a Roberto Saviano.

venerdì 20 marzo 2009

Tic tac, tic tac...

Un altro giorno sta finendo.
La corsa folle e priva di soste, dei minuti che diventano presto ore, e che altro non hanno, se non il compito di accompagnarci al prossimo giro di luci e buio, sta per concludersi.
Come sempre, la fine di qualcosa, lascia un senso di incompiuto e di cose che non si riesce a definire,
chissà, forse è soltanto l'eterno scontento che ogni uomo ha cucito sulla pelle della propria esistenza, o solo desiderio che diventa sfida al giorno che presto seguirà questo tramonto.

lunedì 9 marzo 2009

Amore per sempre?

Iniziamo ad amare quando ancora non siamo capaci di poter dire ti amo, o semplicemente, ti voglio bene.
Lo dice però il nostro sguardo, e la felicità negli occhi, comunichiamo l'affetto aggrappandoci ad una gonna, o alzando le braccia a chiedere di essere stretti forte.
L'amore che ci viene dato non chiede nulla in cambio, l'affetto che avvolge quell'amore che ancora non parla, non accetta baratto, è lì, soltanto da prendere.
E noi non sappiamo ancora che ciò che prendiamo gratuitamente, ha un costo.

Cominciamo a comprendere che l'amore è qualcosa che può creare e distruggere, solo quando occhi mai visti, incontrano i nostri, e da quall'attimo, nulla, sarà più come prima.

I colori degli occhi potranno cambiare, la voce, lo sguardo, i capelli il passo, la pelle e l'odore del corpo, potranno non essere più gli stessi.... sarà comunque amore.

Nel mezzo, dal primo vagìto, all'ultimo respiro, ogni uomo vive l'amore.

sabato 7 marzo 2009

Paura e Dolore

All'uomo non è dato scrivere il proprio destino, se non con la sua stessa vita.
Paura e Dolore ne tracciano le vie a sua insaputa, e a nulla serve opporsi: Con le Paure ci facciamo compagni di strada, ed è un viaggio duro.
Ed è come essere in un vagone che corre su di un vecchio binario, il corpo sente una forza che non vede, e che lo spinge dove non vorrebbe.
All'interno del vagone, le Paure si fondono, gli odori si mischiano creando un essenza che trasmette brividi, impossibili da ricacciare indietro: Ogni odore è diverso dall'altro, tutti però sono figli della stessa Madre: La Paura.

Il Dolore nasce con l'uomo, ed è un Fratello fedele che ci prende per mano, e ci guida a noi stessi.
Il Dolore, quello dell'Anima, quel sentimento che riesce a farci piangere, che ci fà sentire soli nell'intero universo, che vivi come una delle storie ascoltate dalla mamma tanti anni fà, e che ti riempie di tenerezza, quello è un Dolore che impari ad amare, che fai tuo e che non vuoi lasciare, perchè in Esso ritrovi il tuo Spirito perduto, nelle tante vie che portano al niente.

Paura e Dolore, sono la dote che l'uomo ha avuto all'Origine, Doni impossibili da rifiutare e che continuamente, ci ricordano la fragilità dell'Esistenza.



mercoledì 4 marzo 2009