domenica 8 novembre 2009

Ronda o non Ronda...

Galeotta fu la cena elettorale, a base di polenta e baccalà.
In effetti però, decisivi furono i 3 litri e mezzo di bonarda dell'oltrepò pavese, a far diventare Gennarino Esposito, emigrante meridionale in Lombardia, con quaranta anni di anzianità, accesissimo sostenitore della Lega Nord, e ammiratore sfegatato di Borghezio.
In breve tutto cambiò, e velocemente nella sua vita.
Cominciò a vestire di verde, e a parte l'occhio nero che la moglie ricavò per le proteste, il verde divenne il colore unico di casa Esposito.
A capo del letto tolte la foto di Ciro, il nonno buonanima, di san Gennaro, di un cannolo siciliano, e di Maradona, fecero la comparsa il poster del mito Borghezio, e del senatùr in persona che benediva il Po.
Gennarino riformato alla leva militare, cominciò a brigare per entrare negli effettivi delle nascenti Ronde Padane.
Coraggiosamente si distinse in azioni di guerriglia urbana: Rovesciò la bancarella a un Cumprà, strappò il ciuccio a un neonato la cui mamma slava era ferma ad un semaforo, fece scoppiare i palloncini appesi di un ristorante cinese, buttò all'aria il secchio dell'acqua di un Rom ad un incrocio, tirò la coda al cagnolino di un clochard col cappello dell'elemosina tra i denti, ma l'azione che gli valse il "quasi" arruolamento nelle Ronde, fu l'assalto alla mensa Caritas, dove riuscì a razziare dai tavoli degli ospiti, 15 michette, 17 bicchieri di plastica, 3 bottiglie di minerale gassata, e 35 scatolette di carne bovina, anche se regolarmente scaduta.
Purtroppo per lui, un membro del Servizio di Sicurezza della sezione, particolarmente intelliggente, ebbe un leggerissimo sospetto sulla purezza del cognome Esposito.
Così, con l'aiuto di un vocabolario Zingarelli alla voce ESPOSITO, scoprì che l'aspirante rondaiolo aveva origini meridionali..-
La conseguente espulsione con ignominia, non scoraggiò Gennarino, che fatto nero anche l'altro occhio alla moglie, tramite un conoscente al comune, falsificò le proprie generalità da Gennarino Esposito, a Renzo Tramaglino nato a Como, coniugato Mondella.
Superò brillantemente le prove di ammissione alle Ronde, rispondendo con esattezza alle domande: I nomi dei nipotini di Paperino, del grattacielo Pirelli, dell'ospedale san Carlo, dello stadio san Siro, e citando senza sbagli gli ingredienti della cotoletta alla milanese.
Il tutto senza ricorrere alla domanda di riserva, questo soddisfece gli esperti del partito, che lo arruolarono all'istante, dandogli appuntamento per la sera successiva ai giardinetti di via Pistoia, per l'esordio della Ronda Padana.
Gennarino, alias Renzo, arrivò ai giardinetti con 7 ore di anticipo.
Con lui al guinzaglio, Gegè, il bastardino di incrocio sconosciuto che, in verità somigliava a
quello tra Corso Vercelli e Piazza Piemonte alle 7 e 45 del mattino: un vero casino.
Dalla museruola di Gegè spuntava un foulard verde, mentre dal taschino di Gennarino, era visibile l'immaginetta plastificata dell'Umberto col miglior sorriso possibile...ma non era una minaccia...
Gennarino/Renzo, ingannò l'attesa della sera consumando vari panini con peperoni piccanti all'aglio e olio di semi vari, Gegè riuscì invece a scippare dalle mani di un bambino un pacchetto di cipster, che divorò golosamente....
Arrivò finalmente l'mbrunire, venne sera, tarda sera, poi tardissima sera e infine notte: dei rondaioli Padani nessuna traccia.
All'alba a Gennarino, cominciarono a girare i santissimi.
Alle 7 si sentì chiamare: " Renzo, te lì?" Era il Germano Morazzoni che si recava al lavoro in bicicletta. Gennarino riuscì a farfugliare: "Ma c'era da fare la Ronda ieri sera!"
"Te ghè raggiùn" rispose il Germano, "Ma ier sera la mi mjèfatt de mangià la casseoula" , "E allura, tra la ronda e la casseoula...!"
"Con un fil di voce Gennarino aggiunse "Si, ma gli altri?"
"Beh, l'Ernesto l'è n'dà al cinema, l'Ambrogio dalla morosa, il Marietto l'aveva un de frecc,
el Carlett guardava alla tv la replica del Mulino del Po, e l'Amedeo guardava al dvd un film con Cicciolina!"
"Minchia!!" esplose Gennarino, "Ma sapi ca te dicu?" "Ma iatevènne ffanculu!!!"
Gettò il foulard verde con tutta la museruola, la figurina dell'Umberto, il nastro registrato delle poesie d'amore di Borghezio, la bottiglietta con l'acqua del Po, il sorriso di Calderoli, e l'imitazione della montatura degli occhiali del Maroni.
Poi indicando il Morazzoni, urlò a Gegè: "Mozzica Gegè, mozzica!!" "W il 113, W il 112!!"

2 commenti:

  1. Ciao Monteamaro, esilarante ed acuto come sempre, il tuo post!
    Sai una strana cosa?
    Qui in Brianza siamo circondati da leghisti, più o meno integralisti e proprio non li reggo.
    Quando li sento parlare mi viene l'orticaria, fra la cadenza e le bestiate che dicono, mi fanno desiderare la fuga!
    Ma c'è una cosa che mi sconforta e mi sorpende, è che una famiglia intera e dico TUTTA, di accesi leghisti, sono Siciliani!
    Si, dei Siciliani, con tanto di accento e forse senza coppola e lupara, sono sostenitori di quel pistola di Bossi & Co.
    Minchia, dico io, ma sono bolliti o "ci fanno"??
    O forse è spirito di emulazione ed inconsapevole gratitudine ( e di che?), anche il senatùr ha sposato una meridionale, forse proprio siciliana, o sbaglio?
    Comunque questa storia delle ronde padane è realmente demenziale e giuro che se scopro che qualcuno dei leghisti che conosco vi prende parte, gli tolgo il saluto!
    Un saluto!Syl

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  2. mi hai fatto ridere! Cmq buona la polenta col baccalà...se poi è accompagnata dalla bonarda... irresistibile! Non si direbbe no neanche a Cota, dai! :-)

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