sabato 30 maggio 2009

Stipendi padani...(?!)

Qualcuno può aiutarmi a capire per favore?
Bossi e i suoi amici si sa, hanno a cuore il benessere della "gente del nord", nulla di riprovevole per carità, ho decine di amici a Milano dove arrivai quindicenne, per lasciarla poi già adulto con moglie e figlie, per tornare al mio "paesello del sud".
Stipendi padani e stipendi terroni, carovita al nord e paese del bengodi al sud, beh a me i conti non tornano proprio e non solo perchè sono scarso in matematica, è che molto più semplicemente a fare i conti della massaia, la quadratura del cerchio sul ragionamento degli amici che votano Lega, è impossibile.
I miei frequenti viaggi a Milano mi consentono di verificare, in presa diretta la sostanziale differenza del carovita tra nord e sud, so di non rischiare quindi il linciaggio, se affermo che nei mercatini rionali di Milano, tutto, ma proprio tutto, è meno caro che al sud.
Soprattutto frutta e ortaggi, hanno prezzi abbordabili, giù da noi invece, è un po come entrare in oreficeria anzichè ai mercatini, sarà che a Milano, tunisini, marocchini, asiatici e via dicendo che gestiscono questo mercato, hanno più fame e voglia di emergere dei nostri contadini, ma tant'è, questo è quanto.
Ancora: Benzina, energia elettrica, gas metano, tariffe postali e ferroviarie, telecomunicazioni, tabacchi e liquori (per chi fuma e beve alcolici), valori bollati, tasse scolastiche con libri di testo e cancelleria varia, costo delle auto, moto, bici, tricicli e monopattini, gratta e vinci e lotterie varie, tasse statali, regionali, provinciali, comunali e ticket sanitari con rispettivi farmaci, ebbene se qualcuno può affermare che tutto questo al sud è meno caro che al nord, lo dica per cortesia che me ne farò una ragione.
L'elenco dei costi per servizi e beni, concorrenziali al nord, sarebbe ancora lungo, ma la fermo qui.

E allora? Allora nulla di nuovo cari amici, in questa Italia dove tutto è consentito sapendo che comunque una leggina con annessa postilla per ovviare a qualche problema giudiziario, la si trova sempre, dove certi sindacalisti ingrassano mentre gli operai sono fermi al palo, dove al Parlamento abbiamo dei signori che si fregiano del titolo di "onorevole" e di "onorevole" hanno soltanto gli stipendi (uguali per padani e terroni), dove i giovani diventano vecchi nell'attesa di un lavoro, e i vecchi fanno la fame con pensioni da vergogna.... in questa Italia furbi e avventurieri, hanno il loro paradiso, ma almeno la smettano di sentirsi ancora sotto la Breccia di Porta Pia, e di raffigurare il sud con coppola e lupara.
Tanta gente perbene non merita questo, anche se al peggio purtroppo, non c'è mai limite.

giovedì 21 maggio 2009

N'tuni (Antonio)

N'tuni era mio suocero, gli anni che sempre a tradimento d'un tratto son tanti, e la malattia, l'hanno portato via solo pochi giorni fa.... giorni di veglia , dolore, e notti di amore nuovo che nasce a fissare uno sguardo che non conoscevi: Occhi che non sai se ti vedono, ma che trapassano il buio e ti raggiungono dritto al cuore mostrandoti mondi che non pensavi di poter vivere, perchè è solo quando una vita giunge al suo limite, che si lascia guardare e ti appare per quella che è.
N'tuni aveva voltato le spalle al suo paese, in Calabria, una vita fa, e così Milano divenne per sempre la sua città.
Perchè va bene spezzarsi la schiena a raccogliere arance e vivere alla giornata, ma di piegarla quella schiena, MAI!
No, N'tuni non avrebbe mai detto signorsì a nessun padrone, nè chinato lo sguardo a chiamarsi fuori
da ogni lotta: No, a N'tuni non bastava respirare l'aria lieve di paese che illudeva l'uomo di possedere libertà e dignità, nè il blù del mare che dall'alto della montagna sembrava regalare tesori
a quanti nascondevano i sogni, bastò a trattenerlo, e a frenare la volontà di una vita diversa dal piegare la schiena alla carezza vuota, di una pacca sulle spalle, data come dono a uomini ritenuti inferiori, da altri che delle povertà altrui traevano ricchezze e potere.
Di N'tuni dicevano che avesse sangue matto nelle vene, ma la sua era una pazzia che solo chi sa sognare possiede, solo chi riesce a vedere con gli occhi dell'utopia, senza mai stancarsi di guardare oltre quello che la rassegnazione trasforma in colpevole cecità può dirsi libero dalla pazzia, di una vita di rinuncia alla propria dignità, che sola, rende l'uomo veramente libero.
Nelle notti in cui l'ho vegliato, nel buio col solo leggero suo respiro a parlarmi, ho rivissuto parte della sua vita, ricostruito dialoghi e tensioni, e capito finalmente che il suo essere stato duro con tutti, non era altro che la profonda domanda di giustizia, non solo
per se però, ma per ogni uomo di questo mondo, e soprattutto per chi era ai margini, per i poveri, gli emarginati, per quanti non riuscivano ad avere dalla vita, quello che per lui era il giusto: La possibilità di vivere con dignità.
Ecco, quando tutto finisce e la vita che ci è stata data diventa ricordo, allora quella vita trova la vera dimensione a cui chi resta può guardare senza più pregiudizi, sapendo che parte di essa resta per sempre.....basta fermarsi un momento qualunque e ascoltare le parole che un giorno sembravano strane, e che invece ti accorgi che adesso fai tue.

Ciao N'tuni, dopo 40 anni ti do del "tu", e posso semplicemente dirti..... ti voglio bene.