giovedì 21 maggio 2009

N'tuni (Antonio)

N'tuni era mio suocero, gli anni che sempre a tradimento d'un tratto son tanti, e la malattia, l'hanno portato via solo pochi giorni fa.... giorni di veglia , dolore, e notti di amore nuovo che nasce a fissare uno sguardo che non conoscevi: Occhi che non sai se ti vedono, ma che trapassano il buio e ti raggiungono dritto al cuore mostrandoti mondi che non pensavi di poter vivere, perchè è solo quando una vita giunge al suo limite, che si lascia guardare e ti appare per quella che è.
N'tuni aveva voltato le spalle al suo paese, in Calabria, una vita fa, e così Milano divenne per sempre la sua città.
Perchè va bene spezzarsi la schiena a raccogliere arance e vivere alla giornata, ma di piegarla quella schiena, MAI!
No, N'tuni non avrebbe mai detto signorsì a nessun padrone, nè chinato lo sguardo a chiamarsi fuori
da ogni lotta: No, a N'tuni non bastava respirare l'aria lieve di paese che illudeva l'uomo di possedere libertà e dignità, nè il blù del mare che dall'alto della montagna sembrava regalare tesori
a quanti nascondevano i sogni, bastò a trattenerlo, e a frenare la volontà di una vita diversa dal piegare la schiena alla carezza vuota, di una pacca sulle spalle, data come dono a uomini ritenuti inferiori, da altri che delle povertà altrui traevano ricchezze e potere.
Di N'tuni dicevano che avesse sangue matto nelle vene, ma la sua era una pazzia che solo chi sa sognare possiede, solo chi riesce a vedere con gli occhi dell'utopia, senza mai stancarsi di guardare oltre quello che la rassegnazione trasforma in colpevole cecità può dirsi libero dalla pazzia, di una vita di rinuncia alla propria dignità, che sola, rende l'uomo veramente libero.
Nelle notti in cui l'ho vegliato, nel buio col solo leggero suo respiro a parlarmi, ho rivissuto parte della sua vita, ricostruito dialoghi e tensioni, e capito finalmente che il suo essere stato duro con tutti, non era altro che la profonda domanda di giustizia, non solo
per se però, ma per ogni uomo di questo mondo, e soprattutto per chi era ai margini, per i poveri, gli emarginati, per quanti non riuscivano ad avere dalla vita, quello che per lui era il giusto: La possibilità di vivere con dignità.
Ecco, quando tutto finisce e la vita che ci è stata data diventa ricordo, allora quella vita trova la vera dimensione a cui chi resta può guardare senza più pregiudizi, sapendo che parte di essa resta per sempre.....basta fermarsi un momento qualunque e ascoltare le parole che un giorno sembravano strane, e che invece ti accorgi che adesso fai tue.

Ciao N'tuni, dopo 40 anni ti do del "tu", e posso semplicemente dirti..... ti voglio bene.

4 commenti:

  1. Sei un poeta Monteamaro, riesci ad emozionare con le tue parole e a far prendere vita anche alla morte.
    Mi dispiace per tuo suocero.
    Hai ragione, a volte la sofferenza estrema rende le situazioni eccezionali, chiare e nitide come non le avevamo mai viste.
    Sono esperienze dolorose ma preziose.
    Un abbraccio!Syl

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  2. Sono molto dispiaciuta. Deve essere stato un periodo pieno di dolore, pena e fatica. Ti abbraccio

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  3. Che post...che commozione.Mi unisco anch'io all' ultimo grande saluto al signor n'tuni

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  4. Un rapporto forte, una condivisione davvero coinvolgente. Ti abbraccio forte.

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