martedì 23 giugno 2009

Turmac

D'inverno al paese si viveva nei bar: le campagne in letargo come gli orsi al polo, lasciavano i contadini a far niente nell'attesa che grano, orti e frutteti dessero nuovo lavoro, così muratori e imbianchini... tutti, meno i barbieri e appunto i baristi a lavorare.
Noi ragazzi delle medie, fatti al volo i compiti, nel pomeriggio e fino a sera si faceva compagnia a contadini, muratori, imbianchini ai soliti disoccupati e pensionati nei bar.
Avevo scelto come mia residenza il bar di Peppe detto "la Volpe", mi piaceva in particolare sostare ore in sala bigliardo, dove i soliti giocatori si sfidavano alla "boccetta" o alla "carambola".
Non era il gioco in se stesso che mi piaceva, quanto i giocatori che davano vita a situazioni surreali, assurde, paradossali. Ma di questo racconterò un altra volta.
Naturalmente nei locali si fumava, e anche di brutto, le sigarette che andavano per la maggiore
erano di tabacco "povero", Nazionali e Alfa rigorosamente senza filtro, qualche eccentrico fumava "Esportazioni", i pochi facoltosi le Edelweiss o le Tre Stelle, la sala bigliardo comunque, era permanentemente avvolta da una foschia densa e tossica, ma soprattutto permeata di un odore che ti seguiva anche a letto.
Questo sino ai giorni che precedevano il Natale. Perchè sino a Natale?
Quello era tempo di ritorno degli emigranti, tornavano da tutta europa in treno o in auto e, con i modelli di macchine mai viste, le foto di ragazze in topless e i 45 giri che andavano nelle rispettive nazioni, portavano le famose "Sigarette straniere".
Ragazzi in sala bigliardo tutto cambiava!
La foschia era la stessa, ma l'odore infernale delle Nazionali e delle Alfa veniva sostituito da quello delicato e aromatico dei tabacchi tedeschi, svizzeri, belgi, olandesi, inglesi, americani e di altre nazionalità... unica eccezione quello francese, delle Gitanes o delle Gauloises senza filtro.
Non mi stancavo di sbirciare le marche delle straniere, il colore e le forme dei pacchetti che mi facevano sognare ma, dovevo accontentarmi del profumo respirato al bar e delle cicche che riuscivo a rimediare.
Oggi ricordando quel periodo, mi torna alla mente una delle marche su cui più fantasticavo:
Le Turmac pacchetto rosso, d'improvviso ho bisogno di sapere da quale nazione venivano e se sono ancora sul mercato: rapida ricerca su internet.

- Il nome: dalla miscela di tabacco, TURco e MACedone.
-Fabbricate a Zevenaar in Olanda dal 1920. (città gemellata con Tortona)
-Non sono più sul mercato, la casa è stata assorbita dalla B A T (British American Tobacco)
- Su Ebay sono in vendita rari pacchetti e confezioni in latta, naturalmente d'epoca.

Scopro anche che le Turmac erano le sigarette fumate da Totò, e che la canzone "Malafemmena"
è stata scritta di getto dal mitico, proprio su un pacchetto di Turmac.
Mi ha sorpreso scoprire che anche Enrico Berlinguer, fumava Turmac, e che quando queste furono tolte dal mercato, andò in crisi.
Ripiegò allora sulle Rothmans, la cui fabbrica aveva rilevata quella di Zevenaar.
Beh, sono 12 anni che ho smesso di fumare, stasera però ho un po di nostalgia della foschia al bar di Peppe la Volpe.... e delle Turmac.

6 commenti:

  1. Non so queste atmosfere un pò alla Rodari o alla Molnar...Si anche mio padre mi racconta di queste storie,ma credo con meno nostalgia.
    sta sera mi concederò una sigaretta pensando a te e alla Malafemmina!!!!

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  2. Belle immagini, come sempre!
    Mia nonna era una fumatrice accanita, per tutta la vita ha tenuto la sigarettina tra le labbra, tutti nomi noti quelli che racconti, li ho sempre sentiti citare!
    Dalle Alfa alle Turmac, dalle Nazionali alle Gitanes, ma lei, in tempo di guerra se le faceva con la cartine ed i tabacco che suo padre le compava in Svizzera.
    Ed alla sera, da sfollata insieme con le amiche, recuperavano i "mocci" ed ancora mettevno insieme qualche sigaretta!!!!!!!!!
    Si, è morta che i polmoni non c'erano più, ma aveva 87 anni!
    Io, in compenso, se solo sento odore di fumo, ho la testa che gira e mio marito, quel poco che fuma, lo fà in giardino!!!!Un bacio!Syl

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  3. Ciao caro Monteamaro....come ho spiegato anche a Syl...non sono sparita, ma è che ho problema col PC...e anche ora rischio di dover fare e rifare l'operazione di scrivere perchè mi scompare tutto...si tratta di un virus...sto aspettando che un esperto mi venga a rendere il PC di nuovo agevole...
    Mi piace tantissimo questo tuo escursus sulle sigarette...questo piccolo racconto che mi fa immergere in un'atmosfera che ben ricordo...io ti aggiungo che negli anni 60, io diciottennne che iniziava a fumare ricordo delle sigarette italiane che non ci sono più le COLOMBO...ricordo di averle fumate durante alcuni scioperi...anzi le ho scoperte proprio in quell'occasione da un mio coetaneo e poi avevo iniziiato a comprarle!
    Carissimo...ti auguro un buon fine settimana...mi piace la frase che hai messo a lato del blog....la frase di Cesare Pavese...una frase su cui riflettere...per non allontanarcene...grazie
    Un abbraccio affettuoso
    Franca

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  4. grazie Monteamaro. Mi hai evocato le immagini di mio nonno, che seduto sul masso davanti alla porta di casa spesso si confezionava da solo le sigarette con le cartine. Ogni tanto le alternava alle nazionali. Non sono mai stata una fumatrice, ma mi piaceva quell'odore ormai catturato dalla sua pelle. Mi sedevo vicino e annusavo

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  5. Ma che bello il tuo post e i pensieri che sono filati lisci sull'onda dei ricordi!
    Ricordi sicuramente diversi i tuoi e i miei, ma simili per età e che dunque mi sono familiari.

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