Quando per la prima volta, consapevolmente, ammirai la Majella, l'Abbruzzo e il Molise erano ancora una sola regione, ed è per questo che da molisano, sento sempre mia la montagna Madre cuore dell'Abbruzzo.
Sognavo da sempre quelle cime, colme di neve in inverno, e   rocce chiare con macchie di verde in estate, nei sogni vedevo lupi discendere sentieri,  e pastori  e greggi all'erta nelle valli  e negli stazzi e paesini su cocuzzoli  arroccati all'ombra di  campanili sotto un cielo blù.
E  nel sogno tra i belati  delle pecore,  e il guaire dei cani da pastore, sempre udivo il suono dolce e triste delle Ciaramelle e dei pifferi che annunciavano il Natale   e i  dolci delle nostre tradizioni.
Ora che l'infanzia è il  ricordo   lontano  di sogni  colori e suoni,  cammino davvero valli e sentieri, e tocco con le mani la terra che pensavo  di un mondo irragiungibile.
Sabato scorso l'ascesa sino alla vetta dell'Amaro, la cima più alta della Majella, con la mia sezione CAI, è stata in notturna.
Sette ore di marcia alla luce delle torce frontali, come minatori, ma all'incontrario:
Invece di  penetrare la  profondità della terra, la risalivamo, in fila indiana, curvi al peso degli zaini e attenti agli scarponi dei compagni che ci precedevano, la poca luce lunare  illuminava valloni, macchie di neve,  precipizi e rocce  enormi.
In silenzio da passo Lanciano,  poi cima Pomilio, passando per Tavola dei Briganti, e i monti Cavallo e Focalone, poi alle 02 circa al Bivacco Fusco a 2455 m, dove svegliamo 5 ragazzi riparati al piccolo interno con 6 posti branda, il minuscolo prefabbricato in metallo si affaccia sullo spettacolare Anfiteatro delle Murelle che ammiriamo il giorno successivo scendendo a valle.
Giungiamo in vetta che è quasi l'alba, ci fiondiamo all'interno del bivacco Pelino, un igloo di metallo rosso, a ricordare forse la tenda di Nobile.
Dentro è piccolo e freddo,  siamo a 2795  m. di altitudine, siamo però felici della nostra piccola impresa,  dopo il caffè bollente preparato sui fornellini a gas, svuotiamo la mente di stanchezza e timori..... tutto il vuoto,  non riuscirà a contenere la bellezza della Montagna Madre, ed io voglio portarmene negli occhi,  tutto il ricordo possibile.
martedì 7 luglio 2009
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Mamma mia che voglia, Monteamaro..............
RispondiEliminaHo sognato ad occhi aperti per un minuto e ricordato che se garirò e tornerò a camminare, benchè io sia una maniaca del mare, la prima vacanza che faccio sarà in Perù, voglio salire con una mia amica che mi ha promesso di venire con me e con mio marito, fino a Machu-Pichu da Agua Caliente, la fermata del trenino cheti accompagna alle pendici.
Chissà.............Syl!
Bellissimo! Ma qualche foto....?
RispondiEliminaQuesta è la ricchezza...Grazie della condivisione.
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